Come preannunciato in un articolo di ieri, da martedì 16 aprile e fino al 18 giugno, si possono richiedere gli aiuti della Legge 181/89 tramite lo sportello Invitalia a favore di chi vuole investire nella zona industriale di San Nicola di Melfi. È risaputo che quest’ultimo per posizionamento geografico ed infrastrutture, non ha rivali nel Mezzogiorno d’Italia.
La possibilità d’insediamento nel territorio del colosso statunitense (che di certo non ha bisogno di aiuti economici, ma che fanno pur sempre comodo) ad oggi è un’ipotesi tutt’altro che utopistica. Avere un polo logistico in Basilicata della più grande “Internet Company” al mondo, significherebbe avere migliaia di posti nuovi di lavoro, si modererebbe in maniera non indifferente lo spopolamento della zona e garantirebbe una stabilizzazione a tutte quelle persone che un lavoro non ce l’hanno più.
Uno dei punti principali del successo di Amazon risiede nella sua rete di centri logistici avanzati. Questi non sono semplici magazzini, ma veri e propri hub tecnologici, disegnati per ottimizzare ogni singolo processo, dalla ricezione della merce alla preparazione dell’ordine, fino alla spedizione. Strategicamente posizionati in varie regioni italiane, i centri logistici Amazon in Italia, giocano un ruolo fondamentale nel garantire che il pacco di turno arrivi puntualmente, ogni volta. Dall’arrivo in Italia, nel 2010, Amazon ha investito ben 1 miliardo e 600 milioni di euro nel nostro paese, creando 5.500 nuovi posti di lavoro.
Ed oggi, anche a fronte di questa agevolazione statale, l’interessamento di una nuova copertura logistica nel centro-sud Italia sembrerebbe appetire nuovamente il colosso di Jeff Bezos. Un avvicinamento ci fu nel recente 2021, quando l’azienda mostrò un notevole interesse per la nostra regione. Se le cose dovessero concretizzarsi, Melfi e la Basilicata tutta riavrebbero una boccata d’aria lavorativa che da queste parti manca da fin troppo tempo.
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