Regno Unito, Aerospaziale, Melfi

Un ingegnere aerospaziale di Melfi premiato per le ricerche sull’idrogeno

La premiazione
Parla anche lucano l’importante progetto sullo stoccaggio dell’idrogeno che potrebbe contribuire ad accelerare le capacità di arrivare a zero emissioni dell’industria aerospaziale del Regno Unito
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A guidare il team che si occupa del programma Aether è, infatti, Stefano Valvano, ingegnere aerospaziale di Melfi e professore universitario di ingegneria computazionale integrata dei materiali presso l’Università di Derby, in Inghilterra.

Un progetto strategico quello del giovane professore Valvano che, per questo, ha vinto un “High commendation” agli “Hydrogen Awards”, il riconoscimento per l’innovazione e l’eccellenza nell’uso dell’idrogeno nei diversi settori.

In particolare, all’ingegnere lucano è andato il “Premio delle università del Regno Unito per l’eccellenza nella ricerca e nell’innovazione sull’idrogeno”. Finanziato dall’Aerospace technology Institute inglese, con la collaborazione di vari partner industriali e con la supervisione del professore Angelo Maligno, il progetto si occupa della realizzazione di serbatoi di idrogeno liquido innovativi e ad alte prestazioni capaci di soddisfare i requisiti di sicurezza del settore aeronautico per lo stoccaggio e il trasporto.

Nel dettaglio, il professore Valvano ha realizzato modelli computazionali multifisici avanzati (fondamentali per prevedere il funzionamento delle strutture dei serbatoi ed evitare possibili guasti) per l’analisi e la progettazione di serbatoi di idrogeno.

Negli aerei, infatti, l’idrogeno deve essere immagazzinato come liquido, a bassa pressione e a temperature molto basse. Per questo lo sviluppo di materiali adatti per lo stoccaggio rappresenta una delle sfide più interessanti, considerato che la maggior parte dei materiali diventa molto fragile a temperature di molto sotto lo zero.

Il programma Aether, invece, prevede l’impiego di materiali compositi a base polimerica e rivestimenti compositi a matrice metallica abbinati ad una schiuma isolante selezionata e sviluppata per applicazioni criogeniche.

Insomma, una ricerca innovativa e strategica, soprattutto se si considera l’importanza che l’idrogeno sta avendo ed avrà in futuro in particolar modo nel mondo dei trasporti. “Sono orgoglioso di questo riconoscimento – commenta il professore universitario melfitanoperché si tratta di un premio nazionale che legittima il valore di un progetto che potrebbe contribuire in maniera importante allo sviluppo dell’utilizzo dell’idrogeno in campo aerospaziale e nel comparto dei trasporti in generale. Non bisogna dimenticare, inoltre, che in Inghilterra sono diversi gli ambiti pubblici e privati che si occupano di idrogeno e quindi ottenere tale premio assume un valore ancora maggiore. Il mio desiderio, però, è che tali ricerche possano vedere insieme al lavoro le università inglesi, ed in particolare la mia di Derby, e quelle italiane, magari l’Ateneo lucano”.

Un auspicio che – in nome dell’idrogeno e di quella “hydrogen valley” che la Basilicata aspira a realizzare sul suo territorio – non è escluso possa concretizzarsi.

giovedì 14 Marzo 2024

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