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C’era una volta a Melfi… il Tribunale! 150 anni di storia cancellati con i decreti legislativi del 7 settembre 2012, i dettagli della sua evoluzione ed importanza

Tribunale di Melfi
La riapertura naviga da più di 10 anni tra promesse elettorali e politici illusori
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Alla Gran corte criminale di Basilicata ed al Tribunale civile di Basilicata nel 1862 subentrarono i Tribunali di circondario istituiti il 20 novembre 1861 in esecuzione della legge organica del 17 febbraio 1861 n. 239 e di quella del successivo 30 giugno 1861 n. 56 nel quadro di una iniziale riorganizzazione delle magistrature e degli uffici giudiziari attuato dopo l’Unità.

Con la pubblicazione della tabella E dei collegi giudiziari nelle province meridionali di terra ferma allegata al r. d. 9 febbraio 1862 n. 451, in Basilicata vennero previsti quattro Tribunali di circondario a Lagonegro, Melfi, Potenza e Matera.

Il Tribunale di circondario di Melfi fu dotato di una sola sezione e ad esso vennero assegnati quattro giudici ed un cancelliere. Ebbe il compito di giudicare in prima istanza in materia civile tutte le cause personali, reali e miste, eccetto quelle attribuite ai giudici di mandamento o ad altri magistrati; giudicare in prima istanza dei reati punibili con pena correzionale, ad eccezione di quelli attribuiti dalla legge alle corti d’assise; pronunciare in ultima istanza sugli appelli prodotti avverso le sentenze appellabili dei giudici di mandamento sia in materia civile che in materia penale; esercitare le funzioni di tribunale di commercio; pronunciarsi sulla competenza dei giudici di mandamento compresi nell’ambito della propria giurisdizione; esercitare in materia criminale le attribuzioni ad esso assegnate dal codice di procedura penale.

Con la promulgazione del primo ordinamento giudiziario generale dello Stato italiano, contenuto nel r. d. 6 dicembre 1865 n. 2626, al Tribunale di circondario di Melfi subentrò il Tribunale civile e correzionale di Melfi che mantenne come circoscrizione giudiziaria il circondario. Il Tribunale fu dotato di una sola sezione e ad essa furono assegnati quattro giudici che giudicavano in materia civile e penale in prima istanza ed in appello di tutte le cause e dei reati loro deferiti dalle leggi e di quelle relative al commercio.

A seguito dell’emanazione del r. d. 14 dicembre 1921, n. 1978 sull’ordinamento giudiziario, il Tribunale civile e correzionale di Melfi mutò denominazione in Tribunale civile e penale riconfermando in linea generale le funzioni già in precedenza indicate dalla legge per il giudice di primo grado e di appello. Con il r. d. 30 gennaio 1941 n. 12, il Tribunale civile e penale di Melfi mutò ancora denominazione in Tribunale di Melfi.

Nel 1988 una nuova variazione istituzionale in ambito giudiziario determinò, oltre che un cambiamento nelle funzioni e attribuzioni, anche un ulteriore variazione nella denominazione del tribunale in quella di Tribunale ordinario di Melfi.

I decreti legislativi del 7 settembre 2012 nn. 155 e 156 previdero la revisione delle circoscrizioni giudiziarie: si stabilì la soppressione di 31 sedi di tribunale tra cui quello di Melfi.

Il 9 marzo 2016 gli uffici sono passati gratuitamente dallo Stato all’Amministrazione comunale grazie alle procedure previste dal federalismo demaniale. Su un totale di circa 4.800 mq, restarono esclusi dal trasferimento i soli spazi che allora furono destinati alle attività dell’Agenzia delle Entrate.

AD OGGI,

la riapertura della sede giudiziaria è vittima di giochi politici e promesse da campagna elettorale. In più di 10 anni di lotta non si sono mai riaccese concretamente delle speranze per la riapertura del Tribunale di Melfi. Ad oggi nel territorio Nord della Basilicata manca una struttura di rilevata importanza come il Tribunale. A detta di molti Melfi per storia, importanza e collocazione geografica sarebbe in cima alla graduatoria nazionale per la riattivazione dei tribunali soppressi quel maledetto 7 settembre 2012.

Noi ci auguriamo che questo rinnovato Consiglio Regionale possa prender seriamente in mano la situazione, riportando in vita un presidio di assoluta valenza come quello di Melfi. Dopotutto il Palazzo che l’ospitava è ancora lì in attesa di un restauro e riattivazione.

venerdì 26 Aprile 2024

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